Cultura
Due esistenze allo specchio
Doppio passo / 9 James Joyce e Italo Svevo: figli di padri distratti, giovani imprigionati in banca, con l’avversione per la religione. E un sodalizio fondato su armonie e contrasti. Le affinità casuali e ricercate tra lo scrittore irlandese e quello triestino rivivono in Leopold Bloom e Zeno
Italo Svevo
Doppio passo / 9 James Joyce e Italo Svevo: figli di padri distratti, giovani imprigionati in banca, con l’avversione per la religione. E un sodalizio fondato su armonie e contrasti. Le affinità casuali e ricercate tra lo scrittore irlandese e quello triestino rivivono in Leopold Bloom e Zeno
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 21 agosto 2018
Svevo e Joyce, una strana coppia unita prima di tutto dalle paure: paure legate alla morte, ma non solo. Certo, Joyce temeva di essere assassinato qualora fosse ritornato a Dublino dopo la pubblicazione di Ulisse. Ma molto prima, temeva anche altre cose: come il Tevere, qui a Roma, i tuoni, i fulmini, e pure i cani. E aveva persino avuto, sempre durante il breve soggiorno romano, alcuni incubi strani e perturbanti: «sono tormentato ogni sera da sogni orribili e terrificanti: morti, cadaveri, assassinii in cui ho un ruolo di primo piano – il che non è poi così piacevole». SVEVO PIÙ...