Cultura

Eikoh Hosoe, il dissenso radicale in uno scatto

Eikoh Hosoe, «Ordeal by Roses#32» (1962)Eikoh Hosoe, «Ordeal by Roses#32» (1962)

RITRATTI Addio al fotografo giapponese che ritrasse Mishima. Nel ’59 fondò l’agenzia Vivo, fu anche regista con «Navel and A-Bomb»

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 1 ottobre 2024
Rendere visibili le cose che non si possono vedere è stata, sin dalle prime sperimentazioni, l’aspirazione di Eikoh Hosoe. La sua morte, avvenuta il 16 settembre scorso a Tokyo (era nato a Yonezawa nel 1933) non è stata riportata dai media. Eppure, Hosoe aveva affidato alla sua macchina fotografica il mondo interiore inquieto della generazione a cui apparteneva, quella che ha dovuto convivere con i postumi della seconda guerra mondiale, con l’occupazione del nemico americano, fino ad arrivare alla nuova guerra di Corea. Cambiamenti che non potevano non riflettersi anche sul linguaggio fotografico. ACCANTONATA definitivamente l’estetica pittorialista, eredità degli anni...

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