Visioni
«El gran movimento», nella città l’incubo dell’operaio e la sua redenzione
Venezia 78 Nella sezione Orizzonti il film di Kiro Russo, sinfonia della metropoli in altitudine tra malattia, cura e credenze ancestrali
Una scena da «El gran movimiento»
Venezia 78 Nella sezione Orizzonti il film di Kiro Russo, sinfonia della metropoli in altitudine tra malattia, cura e credenze ancestrali
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 10 settembre 2021
Cristina PiccinoVENEZIA
Secondo lungometraggio del regista boliviano (nato nel 1984) Kiro Russo, già molto premiato col suo esordio Viejo Calavera (2016), El gran movimiento, al di là di quello che sarà il palmarès, è già il vincitore della sezione Orizzonti, di cui almeno tra quelli visti è l’unico a proporre un lavoro di ricerca che sorprende il proprio soggetto con una costante ricerca formale. E questo in una tendenza che predilige invece storie di sceneggiatura, senza troppe sorprese – se si esclude il magnifico Atlantide di Yuri Ancarani già recensito su queste pagine – in cui ogni elemento deve trovare la casella...