Eyal Sivan: «Se Israele è un modello, la democrazia mi fa paura»
Eyal Sivan
Visioni

Eyal Sivan: «Se Israele è un modello, la democrazia mi fa paura»

Intervista Parla il regista israeliano, militante contro l'Occupazione, i suoi film per interrogare la storia. Il razzismo insito nell’Occidente, la parzialità delle contestazioni interne
Pubblicato circa un anno faEdizione del 7 novembre 2023
Regista, produttore, saggista, docente di cinema Eyal Sivan ha costruito film dopo film una narrazione di Israele dall'”interno” secondo un’interrogazione appassionata della memoria e uno sguardo in dialogo costante col presente e con la realtà del mondo. Dal conflitto Israele-Palestina alla Shoah (Uno specialista, il processo a Eichmann ripercorso con la guida di Hannah Arendt) ogni passaggio approda a una rifondazione dell’immaginario sulle questioni trattate. Forse anche per questo i suoi lavori sono stati spesso controversi o al centro di polemiche, come Route 181 (2004) realizzato insieme al regista palestinese Michel Khleifi, un road movie lungo la linea di confine...

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