Gaviria il magnanimo, re delle volate
Contagiro Quinta tappa
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Il Giro dura fatica a staccarsi dalla costa. Tra un paio di settimane la neve aspetta il gruppo sullo Stelvio, dov’è cascata fitta ancora ieri, e allora i corridori vanno a spasso lungomare, godendosi pigramente ogni istante di sole. Come bambini sul finire delle vacanze, che non vogliono pensare che tra poco riaprono le scuole.
Così oggi, dopo un periplo contorto lungo la base dell’Etna, ci si ributta verso il mare all’altezza di Taormina, e da lì si procede dritto per Messina. Nibali arriva a casa sua con un gregario in meno, Javier Moreno, squalificato ieri per una baruffa in corsa con Diego Rosa. E il Giro in generale ci arriva senza una certezza. Lo Squalo dello Stretto ha fatto malino nelle corse di inizio anno, poi si è rivisto al giro di Croazia dove ha corso più di nervi che di gambe, trovando la forza per dedicare alla memoria dell’amico Scarponi una vittoria. Quintana li ha già messi tutti in riga alla Tirreno-Adriatico, ma poi è desaparecido in Colombia e di lui si sono perse le tracce fino alla ricomparsa ad Alghero. In corsa li si vede spesso vicini. Fuori sarà più difficile, perché l’uno rifiuta di farsi fotografare accanto all’altro. Di qui a Milano si vedrà di capire il perché.
Quelli della Sky rimangono coperti, e, se non gli tendono qualche imboscata, una corsa che va su così regolare loro non la movimentano di certo. Occasioni, per la verità, per ora ce ne sono state poche. L’ultima volta che si era fatto l’Etna Contador ci aveva abituati male, ma la regola è piuttosto la composta processione di ieri. Nel ’67, per dire, Bitossi batté tutti in volata lassù in cima.
Riposa anche il vento, fin’ora l’unica incognita, e i villeggianti possono meriggiare in santa pace sulla litoranea. Approfittano della quiete un polacco e un russo, Paterski e Shalumov, che si disputano gli sprint intermedi, uno dei quali in vetta alla rocca di Taormina. I corridori che si azzuffano ai traguardi volanti, diceva Vasco Pratolini, sono lavoratori che fanno gli straordinari. Ma ormai i velocisti, scottati una volta ad Olbia, fanno sul serio. Gaviria si leva di ruota tutta la concorrenza e trionfa a braccia alzate. Poi scende di bici e ripercorre a piedi il rettilineo dell’arrivo, dispensando, magnanimo, sorrisi e abbracci ai battuti, ai compagni e alla famiglia.
Le volate hanno il suo re, pronto oggi a concedere il tris. Indosserà la maglia di leader della classifica a punti, da quest’anno di nuovo (finalmente) colore ciclamino.
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