Alias
George Pelecanos: «Non c’è pace per le strade. E io scrivo per i perdenti»
L'intervista Tra romanzi e serie tv, lo scrittore di Washington, figlio di immigrati greci, racconta il poliziesco come nuova «storia orale». Pelecanos è tornato al romanzo con «L’uomo che amava i libri» (appena pubblicato da Sem), il suo ventunesimo titolo che descrive una possibile storia di redenzione iniziata nella biblioteca di un carcere
George Pelecanos
L'intervista Tra romanzi e serie tv, lo scrittore di Washington, figlio di immigrati greci, racconta il poliziesco come nuova «storia orale». Pelecanos è tornato al romanzo con «L’uomo che amava i libri» (appena pubblicato da Sem), il suo ventunesimo titolo che descrive una possibile storia di redenzione iniziata nella biblioteca di un carcere
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 29 febbraio 2020
«Non vorrei passare per un selvaggio, ma la sola cosa che so di Émile Zola è che Paul Muni ne ha interpretato il ruolo in un vecchio film». Il suo territorio è sempre stato la strada. Non lo ha scelto, ma è ciò che racconta la sua vita e le storie che scrive. Per questo, quando un critico, vista la sua capacità di descrivere la realtà sociale della propria città, lo ha definito «lo Zola di Washington», ha tenuto a chiarire, con ironia, come il suo percorso fosse stato tutt’altro rispetto a quello dell’autore de L’Assommoir. Figlio di immigrati greci,...