Politica
Giovani pronti al ricambio delle élite ormai consumate
L'analisi Vincerà chi saprà interpretare i trentenni che premono dalla seconda fila. Dalla «one company town» di Novelli quando la Fiat dialogava con il governo al «freddo» Castellani. Fino alla «tecnocrazia oligarchica» del «decisionista» Chiamparino
Piazza Castello Palazzo Madama – Michele D'Ottavio
L'analisi Vincerà chi saprà interpretare i trentenni che premono dalla seconda fila. Dalla «one company town» di Novelli quando la Fiat dialogava con il governo al «freddo» Castellani. Fino alla «tecnocrazia oligarchica» del «decisionista» Chiamparino
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 15 maggio 2016
Le elezioni amministrative torinesi non sono al centro della scena. Certo, Roma e Milano regalano ben altre soddisfazioni ai media. Ma il caso torinese, pur meno appariscente, non è di minor interesse. Chi vincerà? E perché? Nessuno, ovviamente, ha la risposta. I sondaggi ci restituiscono una grande incertezza, con i due candidati principali a pochi punti percentuali di differenza stimata. Il ballottaggio sembra l’unica certezza. Come andrà a finire? Per rispondere, con un dose di sano realismo, assumiamo che la differenza la faranno soprattutto le élite locali e la loro capacità di mobilitare il consenso. Un po’ di prospettiva può...