Editoriale

Gli articoli più letti sul sito quest’estate, nel nome di Mohamed

Gli articoli più letti sul sito quest’estate, nel nome di Mohamed

L’estate sta finendo… un periodo non certo esaltante per la sinistra, tra la Grecia silurata sull’austerity e la situazione drammatica nell’immigrazione. Il manifesto è riuscito a raccontare molte storie e […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 3 settembre 2015

L’estate sta finendo… un periodo non certo esaltante per la sinistra, tra la Grecia silurata sull’austerity e la situazione drammatica nell’immigrazione.

Il manifesto è riuscito a raccontare molte storie e notizie che vi sono piaciute. Qualcuna anche più leggera dei nostri soliti standard.

Ecco una lista degli articoli più letti sul nostro sito tra giugno e agosto. Se non l’avete già fatto, dategli uno sguardo.

Buona lettura.

(per i maniaci del genere, qui ci sono i pezzi più letti nel 2014 e qui quelli più letti nei primi sei mesi dell’anno)

1) Mohamed è morto per i nostri pomodori

Braccianti. Nardò, l’immigrato sudanese lavorava in nero: 3,5 euro per ogni cassone di 3 quintali. Il caldo a 42 gradi, la fatica, la pressione dei caporali. Flai Cgil: l’azienda è già sotto processo per tratta di uomini.

2) Atene non è sola

La campagna. Il manifesto sostiene l’iniziativa «io rinuncio al mio credito» e invita tutti i lettori a sottoscrivere la lettera, a riprodurla e a moltiplicarla. Diciamo forte e chiaro: Atene non è sola.

3) Quei piccoli fascisti

FemmineFolli. Vogliono sempre avere ragione loro, capricciosi spesso sguaiati e senza freni inibitori. Ragionamento estivo sul rapporto genitori figli. E non solo.

4) Ministero buffo e i dati veri del Jobs Act

Jobs Act. Il problema di fondo non è solo algebrico, ma anche politico. In Italia si persevera nell’idea che le informazioni statistiche siano un giocattolo ad uso e consumo dei governi e non invece il mezzo di sintesi che per eccellenza ci restituisce nitidamente i fatti.

5) Migranti, la grande mistificazione

6) Renzi: reddito di cittadinanza? Roba da furbi

Democrack. L’affondo il giorno della petizione di don Ciotti. E ai suoi dissenzienti: «Nuove regole. Basta anarchia». Le minoranze si preparano al confronto. Rigorosamente divise.

7) Gli amori perduti? Non ritornano mai…

FemmineFolli. Una quieta vita monogama e un improvviso fuoco che la incendia. Lo sconvolgimento dell’ordine prestabilito.

8) Referendum greco: pesa il silenzio assordante degli intellettuali europei

9) «All’autoritarismo dell’austerity rispondiamo con il sangue freddo»

Il discorso di Alexis Tsipras alla nazione greca prima del referendum di luglio.

10) Perché non è arrivato l’accordo con i creditori

Grecia. Presentiamo qui il briefing che illustra i negoziati finali e la rottura avvenuta la scorsa settimana tra Grecia e Europa preparato da Euclid Tsakalotos, coordinatore della delegazione del governo greco.

11) I bizzarri curriculum dei nuovi direttori dei Beni culturali

Beni culturali. Annunciati ieri dal ministro Dario Franceschini i nuovi direttori dei beni culturali. Molti sono giovani, alcuni «stranieri». Rispettate le «quote rosa». Ma le competenze che hanno non sempre coincidono con la sede di destinazione.

12) Varoufakis: «Ora l’unica strada è gestire bene il Grexit»

L’intervista. L’ex ministro delle finanze greco rilascia al settimanale britannico “New Statesman” la prima intervista dopo le sue dimissioni. E non risparmia dettagli e retroscena su nulla di quanto accaduto negli ultimi cinque mesi.

13) Se a scuola non sei Baricco sei out

Videoscuola. Epifenomenologia dei cantori della Videoscuola: Alessandro Baricco e lo “storytelling” di Renzi.

14) Ecco come Renzi divide le università in serie A e B

Dopo la scuola, gli atenei. La riforma Madia della pubblica amministrazione vincola l’accesso ai concorsi pubblici alla valutazione delle strutture e non solo alla laurea. Studenti,sindacati, rettori, M5S e Sel, tutti contro il governo: «Classista». «Incostituzionale». «Mette Nord contro Sud». «Abolisce il valore legale del titolo».

15) Contro il totalitarismo finanziario, l’Europa o cambia o muore

Non solo Grecia. In effetti non si era mai visto un creditore, per stupido che esso sia, cercare di uccidere il proprio debitore, come invece il Fmi sta facendo con i greci. Ci deve essere qualcosa di più: la costruzione scientifica del «nemico». E la volontà di un sacrificio esemplare.

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