Cultura
Goethe Institut, il filo con la città porosa e gli hegeliani di Napoli
La crisi Dopo la chiusura di tre sedi in Italia, viene fortemente ridimensionato anche lo spazio partenopeo inaugurato nel 1961. Eppure i legami tra la città e la Germania sono sempre stati intensi
Napoli 1980, Andy Warhol e Joseph Beuys a piazza dei Martiri – Franz Egon von Fürstenberg
La crisi Dopo la chiusura di tre sedi in Italia, viene fortemente ridimensionato anche lo spazio partenopeo inaugurato nel 1961. Eppure i legami tra la città e la Germania sono sempre stati intensi
Pubblicato circa un anno faEdizione del 5 novembre 2023
Adriana PolliceNAPOLI
«Come la pietra, così anche l’architettura di Napoli è porosa. Costruzione e azione si permeano in un susseguirsi di cortili, portici e scaloni. Tutto è fatto per custodire la scena in cui costellazioni sempre nuove, sino ad allora imprevedibili, possano accadere. Si scansa il definitivo»: la definizione di Walter Benjamin, la città porosa come il tufo, è diventata una delle più citate prendendo anche accenti consolatori che il testo del 1925 non aveva. La sua fortuna racconta anche come due civiltà molto distanti si siano spesso guardate negli occhi. Del resto Gerardo Marotta, cuore pulsante dell’Istituto italiano per gli Studi...