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Gol del popolo curdo

Tifosi della squadra dell’Amedspor durante una partita allo stadio di Diyarbakir in Turchia foto Getty ImagesTifosi della squadra dell’Amedspor durante una partita allo stadio di Diyarbakir in Turchia – foto Getty Images

Turchia L’Amedspor, squadra di Diyarbakir da sempre discriminata, battendo 1-0 i rivali del Somaspor ha vinto il suo campionato, avvicinandosi per la prima volta alla massima serie del calcio turco

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 30 aprile 2024

L’Amedspor, che quest’anno ha militato nel Gruppo Rosso della Serie B (TFF 2. Lig) in Turchia, ha vinto il campionato 2023-2024. La squadra, che da anni subisce attacchi razzisti e politici, ha celebrato la vittoria una settimana prima della fine della stagione, battendo 1-0 fuoricasa la squadra rivale del Somaspor.

Amed è il nome curdo della città di Diyarbakir, situata nel sud-est della Turchia lungo le sponde del fiume Tigri. La città ha ospitato diverse civiltà nel passato, tra cui gli aramei, i safavidi, i romani, i medi e gli ottomani. Purtroppo, Amed è stata anche teatro del genocidio degli armeni e dei siriaci. Dopo la nascita della Repubblica di Turchia, è diventata un centro di fondamentalismo e turchizzazione. E sin dall’inizio è stata sempre abitata da una grande popolazione curdofona privata di tutta una serie di diritti fondamentali, tra cui quello ad avere un’istruzione nella sua lingua madre.

IN QUESTI GIORNI LE STRADE di Amed/Diyarbakir sono piene di persone che festeggiano la vittoria dell’Amedspor. Questo è un momento di gioia che va oltre il semplice trionfo sportivo, rappresentando per la città un momento di affermazione, di grande visibilità sociale e politica.

Una tifosa ai giardini Hevsel Ansa
Una tifosa ai giardini Hevsel Ansa

Amedspor adotta i colori della famosa “bandiera curda”: rosso, verde e giallo, simboli di un’identità non riconosciuta e di una lingua ignorata. Il nome stesso della squadra è stato al centro di discriminazioni nel corso degli anni. La società, fondata nel 1972, ha deciso nel 2014 di cambiare il suo nome storico Diyarbakirspor in Amedspor. Una scelta che ha generato immediatamente tensioni. Nel 2016 la città ha subito l’insediamento di un commissario straordinario, Cumali Atilla, al posto dei co-sindaci eletti Gültan Kısanak e Fırat Anlı, sospesi e arrestati con l’accusa di «attività terroristiche». Atilla, nominato dal ministero degli Interni, ha suggerito all’Amedspor di cambiare nome per poter accedere agli aiuti del Comune, ma la società ha rifiutato sottolineando che la scelta di Amedspor mirava a promuovere la visibilità della comunità curda.
I momenti difficili passati dall’Amedspor non finiscono qui. Diversi casi di aggressione razzista fisica e verbale si sonoverificati nel corso degli anni.

NEL 2016, DURANTE LE PARTITE contro Karabukspor e Basaksehirspor, nel 2023 contro Bursaspor e nel 2024 contro Denizlispor ed Etimesgutspor, i tifosi, i giocatori e persino i dirigenti dell’Amedspor sono stati attaccati verbalmente e aggrediti fisicamente in trasferta. Frasi come «Fuori i curdi», «Fuori i terroristi» e «Solo chi si definisce turco può essere felice», accompagnate da una serie di insulti e minacce di morte, erano ormai un fenomeno all’ordine del giorno durante le partite dell’Amedspor.

Nei confronti della società si manifestò anche un accanimento economico da parte della federazione calcistica. Nel 2016, nel sud-est della Turchia, scoppiarono degli scontri tra le forze armate dello Stato e le formazioni armate cittadine, coinvolgendo numerose località, compresa la città di Amed/Diyarbakir. Con l’intento di attirare l’attenzione su questa situazione, la squadra decise di esporre uno striscione durante il match contro il Fenerbahçe nella Coppa di Turchia con la scritta «Che i bambini non muoiano, che vengano alla partita» . Per questo motivo, l’Amedspor fu multata con una sanzione di 5.000 lire turche (circa 150 euro) e lo striscione è stato oscurato in diretta tv.

Nelle sue file l’Amedspor ha sempre avuto giocatori importanti che non hanno mai nascosto le proprie posizioni politiche. Deniz Naki è stato squalificato dalla federazione nel 2018 per tre anni e mezzo e multato con 273 mila lire turche (circa 7.900 euro) per aver protestato contro l’invasione turca della città siriana a maggioranza curda di Afrin. Dopo una serie di minacce di morte e il rischio di essere incarcerato, Deniz ha scelto l’esilio in Germania.

L’ATMOSFERA POLITICA che pian piano tende a cambiare dopo le elezioni dello scorso 31 marzo, sta producendo timidi risultati anche per l’Amedspor. Due settimane prima di festeggiare la vittoria, la squadra ha giocato in trasferta a Kastamonu. Il neo-eletto sindaco della città, Hasan Baltaci, del partito d’opposizione Chp, ha lanciato un messaggio video di accoglienza, fraternità e pace per i giocatori avversari. E il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, anche lui del Chp, riconfermato dal voto del 31 marzo, ha espresso le sue congratulazioni via social media all’Amedspor, dopo la decisiva partita vinta contro il Somaspor.

LA STORIA DELL’AMEDSPOR è anche la storia di un popolo oppresso alla ricerca dei propri diritti e di una città costretta a vivere trasformazioni e smarrimento della memoria. In questi giorni, a migliaia festeggiano con caroselli di automobili, canti, balli e fumogeni. L’Amedspor ha concluso la stagione con 24 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte, segnando 73 gol e portando a casa 80 punti in 35 partite. Nella stagione 2024-2025 farà parte della Serie A (TFF Lig1), categoria inferiore solo alla massima serie in Turchia, chiamata Super Lig. Quindi si prospetta una maggiore visibilità per i colori della società, ma anche per la città, con la speranza che gli episodi di razzismo e aggressione fisica non si ripetano mai più.

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