Internazionale
Haiti da otto settimane dietro le barricate: «Moïse vattene»
Mobilitazione permanente Dilaga la protesta, insieme alla povertà e alle violenze, ma il presidente non ha intenzione di dimettersi e gli Usa non lo scaricano per mancanza di sostituti affidabili. Nelle strade già 42 i morti, secondo l’Onu. Le sinistre sul piede di guerra. E gli Usa che faranno?
Port au Prince, Haiti, anche medici e infermieri scendono in piazza per chiedere le dimissioni del governo di Jovenel Moïse – Afp
Mobilitazione permanente Dilaga la protesta, insieme alla povertà e alle violenze, ma il presidente non ha intenzione di dimettersi e gli Usa non lo scaricano per mancanza di sostituti affidabili. Nelle strade già 42 i morti, secondo l’Onu. Le sinistre sul piede di guerra. E gli Usa che faranno?
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 7 novembre 2019
Nel silenzio pressoché completo della comunità internazionale, la rivolta del popolo haitiano è entrata lunedì nell’ottava settimana consecutiva di proteste contro il governo di Jovenel Moïse, durante le quali hanno già perso la vita, secondo le stime dell’Onu, 42 persone, benché fonti locali parlino in realtà di decine di morti al giorno e di una violenza divenuta incontrollabile. MA È ADDIRITTURA DALL’ESTATE del 2018 che, tra interruzioni e riprese, i discendenti degli schiavi neri a cui si deve la creazione della prima Repubblica libera del continente sono sul piede di guerra. Allora, nel luglio del 2018, la popolazione era insorta...