Alias Domenica
Helen Frankenthaler, l’ambiguità del color field
A Firenze, Palazzo Strozzi Fra gli espressionisti astratti, Helen Frankenthaler fu sensibilissima al colore come alone e spazio: dunque più vicina a Rothko che al ruvido Pollock
Helen Frankenthaler nel suo atelier newyorkese, 1974
A Firenze, Palazzo Strozzi Fra gli espressionisti astratti, Helen Frankenthaler fu sensibilissima al colore come alone e spazio: dunque più vicina a Rothko che al ruvido Pollock
Pubblicato circa un mese faEdizione del 13 ottobre 2024
Mario Finazzi FIRENZE
Clement Greenberg, tra i maggiori critici dell’espressionismo astratto insieme a Harold Rosenberg, pubblicò il suo articolo «American-Type» Painting sulla «Partisan Review» nel 1955: fu la prima volta che Clem, come usavano chiamare il critico americano gli amici della sua cerchia, teorizzò quell’approccio estetico già condiviso e praticato da una manciata di espressionisti astratti che sarebbe poi divenuto noto come color field. Pittori come Clyfford Still, Barnett Newman, Mark Rothko, notava Greenberg, stavano declinando, attraverso il loro dipingere, un nuovo tipo di linguaggio formale basato esclusivamente su aree di colore piatte, a basso contrasto, che sembravano pulsare e respirare, e in...