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I dimenticati del dopoterremoto

I dimenticati del dopoterremotoAndrea Sabbadini – Alla fermata dell'autobus nella new town di Bazzano

Reportage A San Gregorio l’unico cantiere aperto è «la chiesa di Putin», nel borgo di Camarda vive un solo abitante e a Pescomaggiore si fa il pane al forno sociale come quarant’anni fa. La vita nei borghi distrutti dal sisma

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 26 novembre 2013
Angelo MastrandreaINVIATO A L'AQUILA
All’ingresso di San Gregorio c’è una voragine lunga qualche decina di metri e larga un po’ meno. «Lì c’era casa mia, è stata abbattuta perché pericolante, attendo che arrivino i soldi per ricostruirla». Carlo Cinque abitava dove ora crescono le erbacce, in questo borghetto di case in pietra che piange il cuore a vedere così malridotto: ferito a morte dal terremoto di quattro anni e mezzo fa, abbandonato, destinato a essere cancellato dalle cartine geografiche. San Gregorio è una delle 59 frazioni dell’Aquila, neppure la più lontana dal capoluogo. Troppo piccole per avere la pretesa di assurgere alla dignità di...

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