Visioni
I giorni del candombe
Storie S’inaugura oggi a Montevideo, al suono delle «percussioni nere», il carnevale più lungo del mondo, eredità di una musica e di una danza che segnavano gli spazi di resistenza della comunità afrouruguayana. Un eversivo emblema di convivenza che il razzismo e le élite economiche hanno provato invano a spazzare via
Pedro Figari, «Candombe de carnaval»
Storie S’inaugura oggi a Montevideo, al suono delle «percussioni nere», il carnevale più lungo del mondo, eredità di una musica e di una danza che segnavano gli spazi di resistenza della comunità afrouruguayana. Un eversivo emblema di convivenza che il razzismo e le élite economiche hanno provato invano a spazzare via
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 21 gennaio 2016
Il 3 dicembre 1978 i tamburi neri di Montevideo suonarono per l’ultima volta. Centinaia di uruguaiani dalla pelle nera, con i loro vicini di casa provenienti da ogni parte d’Europa, sfilarono per le strade della capitale del più piccolo paese d’America Latina in segno di lutto, danzando il candombe, come appreso dai propri avi sbarcati in catene a partire dal 1680. Il conventillo di Risso dell’antica calle Cuareim, nel popolare barrio Sur di Montevideo, dal 1885 principale simbolo della cultura afrouruguaiana, immagine di un paese nato dall’importazione forzata di schiavi, risultato di problematiche convivenze ma anche di straordinari episodi di...