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I sauditi battono Messi, bin Salman in paradiso

I sauditi battono Messi, bin Salman in paradisoI tifosi sauditi festeggiano la vittoria della loro squadra – Ap

Qatar 2022 Festa nazionale a Riyadh. I soldi dello sport cancellano diritti negati, violenze e 17 sentenze di morte in 14 giorni

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 novembre 2022

Battuta l’Argentina 2-1, anestetizzato Leo Messi- e chissà se hanno pesato i 25 milioni di sterline l’anno che l’Arabia saudita paga al fuoriclasse argentino come testimonial del programma turistico Visit Saudi Arabia. L’Arabia Saudita ha scritto un pezzo di storia dei Mondiali.

La tv all-news Al-Ekhbariya ha pubblicato via Twitter una foto del principe ereditario Mohammad bin Salman che gioisce dopo la vittoria della nazionale saudita sui sudamericani. “Una performance eroica” che “onora gli arabi”, secondo l’emittente. Sono giorni di gioia per il principe, signore ereditario del 10% del fabbisogno mondiale di greggio.

L’IMPRESA contro l’Argentina arriva qualche giorno dopo la decisione del Dipartimento di Giustizia americano di richiedere l’immunità per lo stesso bin Salman nell’ambito del procedimento avviato dalla fidanzata di Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso da uno squadrone della morte a Istanbul, su ordine proprio di bin Salman. Che è il volto di un altro regno della crudeltà: dallo sfruttamento sul lavoro dei migranti yemeniti ai diritti limitati di donne e ragazze.

Dopo la vittoria il padre del principe, re Salman, ha deciso di concedere un giorno di festa per lavoratori e studenti. Ma l’Onu prova rovinare la festa alla famiglia reale, evidenziando le esecuzioni quotidiane nel paese sul Golfo Persico: in due settimane 17 uomini sono stati giustiziati per reati di droga, ha rivelato a Ginevra la portavoce dell’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Liz Throssell. L’escalation è stata determinata dalla fine della moratoria sul ricorso alla pena di morte per motivi legati agli stupefacenti.

COSA CHE non ferma il principe bin Salman, da tempo impegnato a proiettare l’Arabia Saudita nello sport mondiale. L’exploit contro l’Argentina due volte campione del mondo è forse suo il punto più alto, ma il paese si è anche assicurato l’edizione dei Giochi invernali asiatici del 2029, a Trojena.

C’è solo un dettaglio: Trojena non esiste. Sarà edificata in toto entro quella data, portare la neve nel deserto costerà 500 miliardi di dollari, oltre il doppio della Coppa del Mondo in Qatar. Bin Salman, ha dovuto spendere assai meno per assicurarsi il Newcastle, club di Premier League: 360 milioni di euro del fondo sovrano saudita. Al suo arrivo a Newcastle è stato contestato dall’intera Premier League,ma dopo qualche mese (e centinaia di milioni investiti) le cose vanno molto meglio.

OLTRE IL CALCIO, è il golf ad attirare il principe saudita. Da qualche mese ha messo in piedi la LIV Golf, il circuito alternativo al Pga Tour, una specie di Champions League del green. Il primo evento si è tenuto a Londra con montepremi da 25 milioni di dollari. Hanno aderito alla nuova e facoltosa creatura alcuni fenomeni come Dustin Johnson, Phil Mickelson, che si è visto offrire 100 milioni di dollari cash per lasciare il Pga Tour ed emigrare in Arabia Saudita.

Ha reclutato (120 milioni di dollari) anche Bryson De Chambeau, vincitore dello Us Open nel 2020. Solo Tiger Woods si è ribellato alla lega di bin Salman, rifiutando un accordo da quasi un miliardo di dollari.

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