Politica
L’«altro Matteo» rischia tutto tra due scogli
Capo danno La propaganda non basterà a coprire il bluff della manovra, il leader leghista ora dovrà fare politica
«La guerra dei social», murale a Milano dello street artist TvBoy – Afp
Capo danno La propaganda non basterà a coprire il bluff della manovra, il leader leghista ora dovrà fare politica
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 30 dicembre 2018
Appena un anno fa era ancora «l’altro Matteo», il leader furbo e spregiudicato che aveva resuscitato una Lega già nel feretro riportandola al livello di partito di media grandezza, condannato tuttavia al ruolo di potente comprimario. Il sorpasso a sorpresa su Fi ha cambiato tutto: tre punti e mezzo percentuali, un capitale inestimabile in termini di peso politico. Da quel momento Matteo Salvini è diventato onnipresente, il più citato, spiato, chiacchierato e discusso, il più odiato e il più amato. La stessa sorte era toccata per lunghi decenni a Silvio Berlusconi e per fuggenti annetti a Matteo Renzi: i leader...