Cultura
Il corpo imprendibile
Mostre La Grande Madre a Milano, a cura di Massimiliano Gioni, invita a un percorso sterminato dentro le ossessioni divoranti che si intrecciano intorno alla figura archetipica del materno. Ordine simbolico e dimensione reale però si affastellano fra le opere
L'installazione nella sala 18 di Palazzo Reale a Milano, di Louise di Bourgeois
Mostre La Grande Madre a Milano, a cura di Massimiliano Gioni, invita a un percorso sterminato dentro le ossessioni divoranti che si intrecciano intorno alla figura archetipica del materno. Ordine simbolico e dimensione reale però si affastellano fra le opere
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 4 settembre 2015
Per cogliere la temperatura emotiva che circonda una mostra come La Grande Madre sarà sufficiente soffermarsi per qualche minuto in una delle primissime sale dell’allestimento concepito per Palazzo Reale, a Milano. Siamo tra fine Ottocento e gli albori del nuovo secolo, in scena va un idillio di maternità in salsa farsesca. Le immagini scorrono e qualcosa, da subito, non quadra: una donna incinta, che si muove caricaturalmente nel mondo, ruba un lecca lecca a una bambina gettandola nella disperazione, poi trangugia avidamente l’assenzio, infine sgraffigna un’aringa al mendicante, godendosi beatamente quel pasto. Non è tutto: in un campo di cavoli...