Commenti

Il deserto emotivo della «sinistra»

Il deserto emotivo della «sinistra»

Sinistra La partita sul governo tra Renzi e 5 Stelle è simmetrica, molto più simile di quanto appaia a prima vista. Per chi è all’opposizione la vera sfida non è tanto su una sempre più astratta «rappresentanza» istituzionale quanto sulla capacità politica di «rappresentare» sentimentalmente prima e concretamente poi il cambiamento, l’alternativa, l’incontro tra i tanti «diversi» che sono ai margini della società

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 25 agosto 2016
Primo dialogo, scambio di opinioni con un vecchio compagno. Perché dovrei votare per la sinistra, cosa mi importa di un partito che prende il dieci o il dodici per cento? Cosa cambierebbe. (Io penso che il 10% è quasi un sogno per noi. L’obiettivo è da un pezzo superare lo sbarramento, oltre il 4% si festeggia, ma come faccio a dirglielo). Provo a rispondere che non conta solo vincere ed essere forti in parlamento. Che si vuole creare un soggetto politico nuovo, di sinistra eccetera. Lui mi guarda come fossi stato scongelato da un lontano passato. Per fermare Renzi bisogna...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi