La prima collezione di Talking Hands, delle casette di legno in cui i bambini possano giocare e trovare rifugio, si chiama appunto «Rifùgiati»
Lavoro
Il design più funzionale
Storie A Treviso, negli spazi del centro sociale Django, il progetto Talking Hands mette i rifugiati nelle condizioni di raccontare la propria vita e i propri luoghi attraverso degli oggetti realizzati a mano che possono entrare nelle case di tutti. Un laboratorio di falegnameria come forma di narrazione
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 8 febbraio 2017
Marco De VidiTREVISO
Raccontare il proprio viaggio, la propria storia, attraverso degli oggetti realizzati a mano e che possano arrivare nelle case di tutti. Un opificio autogestito, ricavato in uno dei tanti fabbricati dell’ex caserma Piave a Treviso, in cui alcuni rifugiati e richiedenti asilo stanno trovando il modo di esprimersi attraverso la manualità, scoprendo il design come forma di narrazione. È questa l’idea alla base del progetto Talking Hands («Mani Parlanti»), sorto all’interno del centro sociale Django. I ragazzi coinvolti, alcuni da molti mesi in Italia, frequentavano già questi spazi, in particolare la palestra popolare Hurricane. Piano piano hanno cominciato ad aprirsi,...