Politica

Il garantismo di Nordio che piace ai penalisti italiani. Meno ai detenuti

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, foto AnsaIl neo ministro di Giustizia, Carlo Nordio, mentre arriva al Quirinale

Il neo Guardasigilli: «Le droghe cosiddette leggere non sono solo dannose per il cervello ma costituiscono il primo passo verso l’assunzione di quelle pesanti»

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 ottobre 2022
Velocizzare il corso della giustizia, depenalizzare, ridurre il numero dei reati, portare a compimento la riforma Cartabia, dare piena attuazione al codice di procedura penale “Pisapia-Vassalli” e addirittura – «in prospettiva» – revisionare il codice penale firmato da Mussolini. A giudicare dalle prime dichiarazioni del neo ministro di Giustizia, Carlo Nordio, e dal sincero benvenuto ricevuto dall’Unione delle camere penali italiane («vivo apprezzamento, sarà protagonista di un’autentica svolta liberale», scrivono i penalisti) e da altre organizzazioni di avvocati, si potrebbe pensare ad un baco nel sistema di governo targato Giorgia Meloni. Se così fosse, considerando il noto orientamento per molti...

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