Europa

Il gas «si paga in euro» ma a Bruxelles cresce la tensione

Il gas «si paga in euro» ma a Bruxelles cresce la tensioneIl sito industriale tedesco di Pck-Raffinerie a Schwedt, che raffina il petrolio russo arrivato attraverso l’oleodotto Friendship – Ap

Unione europea Eccezioni per Ungheria e Slovacchia. Riunione dei ministri dell’energia, stallo sul pacchetto di sanzioni che include il petrolio

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 3 maggio 2022
Chi sarà il prossimo? Dopo la chiusura del rubinetto del gas per Polonia e Bulgaria e le minacce del presidente della Duma, Viktorovich Volodin, su «altri paesi ostili» da colpire, i ministri dell’Energia dei 27 si sono riuniti ieri «in emergenza» a Bruxelles per decidere le prossime mosse. Ma le carte sono in mano a Mosca, almeno fino a quando la Ue non deciderà un embargo totale sugli idrocarburi russi. Una decisione non sarà presa prima del Consiglio europeo di fine maggio. Per il momento, l’obiettivo, già non facile, è non rompere l’unità europea. IERI È STATA RIBADITA la «solidarietà»...

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