Internazionale
Il gran silenziatore
Censure L’industria americana delle armi annovera tra i suoi maggiori successi politici il «Dickey amendment». Impedisce agli esperti di svolgere con fondi pubblici ricerche sul costo sociale della loro vendita. In Usa, è ormai guerra civile a causa del gran numero di fucili, pistole e altro tenuti in casa: 270 milioni
Russell Young, «Elvis tcb gun»
Censure L’industria americana delle armi annovera tra i suoi maggiori successi politici il «Dickey amendment». Impedisce agli esperti di svolgere con fondi pubblici ricerche sul costo sociale della loro vendita. In Usa, è ormai guerra civile a causa del gran numero di fucili, pistole e altro tenuti in casa: 270 milioni
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 12 novembre 2017
Nella strage di Sutherland Springs di domenica scorsa, ventisette persone compreso l’assalitore suicida sono morte sotto i colpi di un Ruger AR-556, un fucile semi-automatico da settecento dollari. La più grave sparatoria di massa nella storia del Texas ha riaperto con la sua stanca ritualità il dibattito sulla vendita delle armi, con pochissime speranze di cambiamento. Lo stesso Trump ha chiuso il dibattito sostenendo che all’origine della strage ci sarebbero i problemi mentali dell’assassino Devin Kelley, non le sue quattro armi da fuoco acquistate liberamente nonostante i precedenti penali. Si è aperta una piccola polemica sul ruolo dei farmaci anti-depressivi...