Politica
Il grido d’allarme dei poligrafici
Stati generali dell'editoria I lavoratori della comunicazione e della stampa al governo: serve tavolo strutturale di filiera, una riforma dei prepensionamenti e investimenti pubblici su vecchi e nuovi media. Il capo dipartimento Editoria: «Lo stato non sperpera sui contributi diretti, anzi , per certi aspetti l’Italia è sotto la media Ue»
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Stati generali dell'editoria I lavoratori della comunicazione e della stampa al governo: serve tavolo strutturale di filiera, una riforma dei prepensionamenti e investimenti pubblici su vecchi e nuovi media. Il capo dipartimento Editoria: «Lo stato non sperpera sui contributi diretti, anzi , per certi aspetti l’Italia è sotto la media Ue»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 14 giugno 2019
Matteo BartocciROMA
Niente slide per i poligrafici. Né consulenti o studi da mostrare al popolo dello streaming. Né sottosegretario, impegnato altrove contro Radio radicale e su altri provvedimenti. La sesta giornata degli stati generali dell’editoria si risolve così in un malinconico giro di microfono tra i sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) di tipografi, impiegati e operai delle aziende editoriali e della comunicazione e i vertici del dipartimento editoria. Quella che per tutto il secolo scorso è stata l’aristocrazia della classe operaia oggi è al disastro nel disinteresse generale. I tipografi erano operai colti, a contatto con il potere politico e le...