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Il lavoro dei miners e il feticismo delle criptovalute
Kazakhstan Benvenuti in Kazakhstan, il primo paese al mondo ad aver svelato, parafrasando Marx, il «feticismo» delle criptovalute. La virtualità dietro cui si nascondono sfruttamento intensivo di risorse naturali ed estrazione di plusvalore da lavoro vivo, «spossessamento» di beni comuni e di diritti collettivi
Proteste in Kazakhstan – Ap
Kazakhstan Benvenuti in Kazakhstan, il primo paese al mondo ad aver svelato, parafrasando Marx, il «feticismo» delle criptovalute. La virtualità dietro cui si nascondono sfruttamento intensivo di risorse naturali ed estrazione di plusvalore da lavoro vivo, «spossessamento» di beni comuni e di diritti collettivi
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 8 gennaio 2022
La crisi del Kazakhstan ha fatto sapere al mondo che questo paese è diventato l’eldorado degli «estrattori» di criptovalute. E’ stimato che nel 2021 si siano trasferite sul suo territorio – dalla Cina soprattutto – ben 90 mila società di «mining» (nei capannoni sparsi nel deserto «lavorano» più di cinquecentomila calcolatori), corrispondenti a circa il 20% del mercato mondiale. Ma che centrano i minatori virtuali con le proteste di piazza di questi giorni? Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare un ripasso sul significato di criptovaluta. Da che mondo è mondo l’idea di poter battere moneta in proprio, aggirando...