il manifesto è «reloaded»
Il sito che vedete su www.ilmanifesto.it è un regalo per voi. È il risultato della generosità di 1.448 donatori che hanno sottoscritto per realizzarlo e dell’impegno dei lavoratori del manifesto e di thePrintLabs che hanno lavorato a tappe forzate per rispettare la promessa con i lettori.
La versione che vedete è ancora una versione «beta» con molte cose da mettere a punto. Le innumerevoli funzioni che abbiamo previsto saranno rilasciate gradualmente e vedrete le novità materializzarsi sui vostri schermi mano a mano che le completiamo.
Il manifesto.it è un cantiere aperto ma abbiamo deciso di condividerlo da subito con voi in modo che possiate partecipare in prima persona allo sviluppo di un progetto che non ha molti simili nella stampa italiana. È tutt’altro che perfetto. Anzi, è pieno di errori. Errori umani, non di uffici marketing. Che correggeremo grazie alle vostre segnalazioni e al vostro aiuto.
Per noi è una scommessa politica a tutto campo. Anche incompleto, alcuni «dettagli» speriamo saltino subito agli occhi: non c’è la pubblicità. È una sfida temeraria, viste le nostre magre finanze, ma che facciamo con la massima fiducia nella nostra comunità, che saprà prendere tra le mani un progetto che può crescere solo se noi facciamo un buon lavoro e voi contribuite alla sua realizzazione. O il sito del manifesto è uno strumento politico e di incontro o non è.
Le pagine che vedete su Internet, realizzate con un lavoro davvero a tutto campo dagli straordinari ragazzi di thePrintLabs, sono scritte da una redazione che non distingue più (e imparerà a farlo sempre meglio nel corso del tempo) tra informazione su carta e informazione digitale.
Il manifesto diventa un giornale completamente integrato tra edicola, Internet, dispositivi mobili e social network. Pensare un quotidiano come la somma di questi prodotti separati è molto dispendioso economicamente per una impresa “piccola” come la nostra. Ed è sbagliato per voi lettori.
Il nostro lavoro è rendervi impossibile non “curiosare” nel manifesto ovunque siate e qualunque modalità scegliate. Ci troverete non solo in edicola ma su facebook, twitter e sui vostri telefonini. Potrete leggerci dove e quando volete. Il nuovo sito non è soltanto il «nostro» sito. È un sito fatto per voi realizzato grazie alle vostre donazioni. È una responsabilità che qui a via Bargoni sentiamo molto forte. Lo abbiamo costruito con le vostre sottoscrizioni e perciò sia noi che voi dobbiamo averne cura. È davvero un «bene comune». In qualunque momento potete dire come la pensate, cosa va e cosa non va. Siamo partiti in corsa e quindi ci saranno problemi. Ma sono messi nel conto. Perché è sì un sito di informazione ma è soprattutto il sito di una «comunità» molto particolare come quella del manifesto. Noi siamo persone che lavoriamo insieme. A ciascuno perciò il compito di contribuire, informarsi e informare, farlo crescere e diventare sempre più bello ed efficace.
Prima di pubblicarlo abbiamo dovuto terminare molte operazioni «tecniche» (e ancora ne stiamo facendo, notte e giorno). Abbiamo allineato i database dei vecchi abbonati (vedi a fianco), integrato il sistema editoriale dei giornalisti per iPad/iPhone con quello per il web, trasportato tutti i contenuti del vecchio sito al nuovo (li vedrete comparire mano a mano), progettato nuovi sistemi di pagamento più comodi e sicuri (da oggi usiamo PayPal, carte di credito e PostePay sia per gli acquisti che per le donazioni). Abbiamo migliorato l’impaginazione per i motori di ricerca e ridefinito da cima a fondo tutto quello che si chiama back office, le operazioni che stanno «dietro» e che sono fondamentali per garantirvi il massimo.
Qualche problema sorgerà. Qualcosa non funzionerà al 100% fin dal numero zero. Non tutto si può pensare a priori con i nostri budget e le nostre piccole forze. Vi assicuriamo però che non abbiamo sprecato un centesimo delle vostre donazioni.
Il sito è il punto di arrivo del lavoro di quest’anno ed è il punto di partenza per l’anno prossimo.
Dal punto di vista digitale i cambiamenti di questo 2013 sono stati tumultuosi. Da aprile a oggi abbiamo rilasciato le nuove app per iPad e iPhone, pubblicato diversi ebook su Amazon, ideato Asia Magazine (il primo mensile italiano dedicato all’Estremo Oriente curato dalla redazione di China Files, disponibile su AppStore), sviluppato una app «regalo» con tutte le prime pagine dell’anno e presto uscirà quella dedicata alle vignette del nostro Mauro Biani. Altri progetti sono in cantiere e non raccontiamo tutto in una volta.
Come è stato scritto nei giorni scorsi, per rilanciare il giornale e riacquistare la testata mettendola al sicuro dobbiamo avere 2.000 abbonamenti in più rispetto a quelli attuali.
Sappiamo che la crisi morde ma abbiamo pensato di offrirvi non più dei semplici «prodotti» (il giornale in edicola o per iPad, per esempio, come se fossero due entità distinte) ma una serie di «servizi» che ci auguriamo migliorino la vostra vita. Presto lanceremo nuovi blog e nuovi settori del sito che realizzeremo insieme alle realtà che consideriamo più vicine. E’ un sito che può essere una sorta di «incubatore» di nuove avventure editoriali e politiche. Inutile aggiungere che appena possibile attiveremo sezioni in lingue diverse dall’italiano, perché la nostra casa è il mondo e la politica, lo sappiamo, è «glocal». Sperimenteremo insieme a voi forme nuove e miglioreremo quelle più tradizionali.
Le novità insomma sono tante e tutti dovremo farci i conti, sia in redazione che fuori.
Primo: ogni abbonato digitale potrà leggere il manifesto su Internet e su qualsiasi dispositivo possieda (per Android entro natale, su Kindle prevediamo un esperimento nel 2014).
Secondo: ogni abbonato su carta potrà leggere automaticamente anche tutto il manifesto nelle edizioni digitali e su web.
Terzo: l’edizione del giorno in pdf non potrà più essere scaricata ma abbiamo progettato una nuova soluzione che consente a tutti gli abbonati (tutti, salvo forme particolari di abbonamento week-end) di leggere il giornale in pdf direttamente dal sito e su qualsiasi dispositivo.
E’ una versione pdf elegante, ricercabile, e che a differenza del passato raccoglie automaticamente tutti i numeri usciti in edicola nel 2013, che potrete leggere e consultare in qualsiasi momento a prescindere dall’abbonamento scelto per tutta la durata dello stesso. L’unico cambiamento è che non potete scaricarla. In compenso, è perfettamente leggibile su tutti i tablet, anche Android. E’ una funzione che implementeremo a brevissimo dopo gli ultimi test.
Le tariffe base degli abbonamenti 2014 sono semplici: 20 euro al mese per le edizioni digitali (web, app e pdf); 10 euro in più al mese e oltre al digitale c’è anche l’abbonamento su carta (totale 30 euro al mese); 45 euro al mese per i sostenitori che possono ovviamente leggere di tutto e di più (e che cercheremo di ricambiare in ogni modo con regali, iniziative speciali e promozioni che stiamo immaginando nel corso del 2014).
Per chi si abbona per un anno c’è già uno sconto del 10% ma in più abbiamo preparato oltre 300 convenzioni e sconti per associazioni, istituzioni, partiti, protagonisti dell’editoria, ong, onlus, etc. che potranno portare il saldo del vostro abbonamento a soglie vicine ai 60 centesimi al giorno. Se pensate che è un incasso lordo, comprendete che meno di così è davvero impossibile per qualsiasi editore. Soprattutto se quell’editore proverà a non raccogliere pubblicità on line e preferisce contare solo su di voi.
Infine. Tutti gli articoli sul sito possono essere letti anche da chi non è abbonato e preferisce curiosare senza pagare nulla. Ma a una condizione: che si registri con nome, cognome e email (una volta nella vita e basta, nulla di complicato, si può fare anche via google e facebook).
Questo perché sul sito sarà attivo un paywall molto “poroso” che vi consentirà di leggere un certo numero di articoli gratis (per ora 20) e poi, raggiunta la soglia stabilita, vi avviserà che visto che il giornale on line vi è piaciuto forse è opportuno contribuire al suo mantenimento o abbonarsi come fanno gli altri. Se decidete di non farlo, dovrete attendere la fine del periodo (per ora abbiamo stabilito una settimana) e l’azzeramento del conteggio dei pezzi letti.
A parole sembra un sistema complicato e in Italia si usa poco ma è lo stesso metodo adottato, ad esempio, dal New York Times (con la differenza che sul manifesto per ora non c’è pubblicità e i vostri dati sono al riparo degli inserzionisti).
In sostanza, stiamo provando a realizzare un sistema multipiattaforma integrato tra carta e digitale che rappresenti un buon bilanciamento tra chi cerca rapidamente un’informazione gratuita di qualità e chi invece sostiene da anni il nostro modo di fare giornalismo, cultura e politica.
Chiediamo un po’ di indulgenza per i primi giorni, però leggeteci subito, «navigateci», metteteci alla prova e soprattutto diteci che ne pensate. Se decidete di salire a bordo abbonandovi raccontateci perché (lettere@ilmanifesto.it) e presto pubblicheremo tutte le vostre lettere. Se malauguratamente il progetto non vi piacesse, la vostra opinione è altrettanto importante. Ditelo, criticateci, spronateci a fare meglio con idee costruttive.
Il manifesto (insieme a tutti voi) deve tornare a essere un protagonista nel mondo della Rete, terreno politico per eccellenza. Oggi non è che l’inizio.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento