Commenti
Il neoliberismo scambiato per riformismo capitalista
Analisi È sempre più insistente la sensazione che la politica sia morta, ridotta a (mala) amministrazione dell’esistente. Sono tante le possibili ragioni: la deprimente ripetitività delle cronache; la desolante modestia dei […]
Analisi È sempre più insistente la sensazione che la politica sia morta, ridotta a (mala) amministrazione dell’esistente. Sono tante le possibili ragioni: la deprimente ripetitività delle cronache; la desolante modestia dei […]
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 4 agosto 2016
È sempre più insistente la sensazione che la politica sia morta, ridotta a (mala) amministrazione dell’esistente. Sono tante le possibili ragioni: la deprimente ripetitività delle cronache; la desolante modestia dei politicanti; l’assenza, soprattutto, di prospettive di là dalla dittatura dei mercati, dallo stillicidio degli attentati e delle stragi di migranti e, chez nous, dal dilagante malaffare, dalla cronica indigenza delle finanze pubbliche e dall’inesorabile immiserimento del mondo del lavoro. Naturalmente «morte della politica» non è che uno slogan. Eppure questa formula suggestiva contiene una verità interna sulla quale vale la pena di ragionare. Partiamo dal dato più vistoso. Da decenni...