Europa
Il paragrafo «219a», l’ultimo tabù tedesco sull’aborto
Il caso Due ginecologhe in attesa della sentenza dopo la condanna per «pubblicità» sull’interruzione di gravidanza pubblicata sulla pagina web del loro ambulatorio, in base a una norma che risale all’epoca del Terzo Reich
Sit in in solidarietà con Bettina Gaber e Verena Weyer – Ap
Il caso Due ginecologhe in attesa della sentenza dopo la condanna per «pubblicità» sull’interruzione di gravidanza pubblicata sulla pagina web del loro ambulatorio, in base a una norma che risale all’epoca del Terzo Reich
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 marzo 2020
Sebastiano CanettaBERLINO
La sentenza sulla liberalizzazione dell’aborto affidata alla giudice suprema nominata dalla Cdu. Non una buona notizia per Bettina Gaber e Verena Wayernon, le due ginecologhe berlinesi cui si deve il caso giudiziario che ha riaperto l’intera questione giuridica sull’interruzione di gravidanza in Germania. Dopo aver pagato la multa di 2.000 euro imposta a giugno dal tribunale del Tiergarten, le due dottoresse sono ricorse alla Corte costituzionale contro la condanna per «pubblicità dell’aborto» sulla pagina web del loro ambulatorio, ai sensi del controverso paragrafo “219a” che vieta ai medici di comunicare i metodi utilizzati nelle operazioni. È l’ultimo tabù su cui...