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Il partigiano dell’umanità

Il partigiano dell’umanitàMario Dondero al lavoro – Livio Senigalliesi

Altro che icona Pensava i racconti per immagini come i narratori immaginano la letteratura. La fotografia era quasi una scusa, usata come collante delle relazioni affettive. Diceva che voleva vivere all’altezza delle margherite

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 15 dicembre 2015
Quando mi hanno dato la dolorosissima notizia, ho subito pensato che non poteva essere vero, uno come Mario Dondero non muore mai. Può forse sparire per un po’, come ha fatto sempre, scappare in Normandia o nelle Asturie, in Andalusia, e poi ricomparire all’improvviso nei posti più impensati a sorprenderti e accompagnarti in trattoria, il luogo della convivialità e anche il suo preferito. Lì il grande seduttore può raccontare infaticabile per ore e cantare La vie en rose, alzarsi in piedi gioioso, con quel sorriso dolce da portare in giro, leggero come una piuma, o mettere in pose estenuanti cinquanta...

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