Italia
Il permesso di sei mesi non cambia la vita dei migranti nei ghetti
Lavoro Dalle baraccopoli del foggiano ai tuguri del pontino fino al muro leghista nel ricco Saluzzo. Le voci dei lavoratori stranieri: «Per noi resta il problema della casa e dello sfruttamento nelle campagne»
Protesta di migranti a borgo Mezzanone
Lavoro Dalle baraccopoli del foggiano ai tuguri del pontino fino al muro leghista nel ricco Saluzzo. Le voci dei lavoratori stranieri: «Per noi resta il problema della casa e dello sfruttamento nelle campagne»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 maggio 2020
Mentre il governo discute se e come regolarizzare gli immigrati già residenti in Italia e privi di permesso di soggiorno, nelle campagne del Paese centinaia di migliaia di migranti continuano a lavorare sotto padrone e sotto caporale. Completamente esclusi dal dibattito in corso, la vita nei ghetti e nelle banlieu italiane resta identica a ieri. E probabilmente non cambierà. La regolarizzazione proposta dal governo sarà infatti valida per sei mesi e rinnovabile per altri sei, dimenticando che lo sfruttamento e il caporalato sono una modalità del mercato del lavoro, sia formale che informale, che incide in esso trasversalmente e strutturalmente....