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Il pluralismo che disturba il sottosegretario

Il pluralismo che disturba il sottosegretarioIl sottosegretario Vito Crimi – LaPresse

Editoria Il sottosegretario con delega all’editoria sembra avere un’ossessione, neppure troppo magnifica. È il «fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione». Nella seconda puntata dell’audizione presso la commissione cultura della camera […]

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 8 agosto 2018
Il sottosegretario con delega all’editoria sembra avere un’ossessione, neppure troppo magnifica. È il «fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione». Nella seconda puntata dell’audizione presso la commissione cultura della camera dei deputati Crimi è tornato, infatti, sul tema-tormentone. Con l’insistita sottolineatura del peso eccessivo che un pugno di testate nazionali avrebbe sul monte generale delle risorse pubbliche. Una concentrazione, in altre parole. È noto, infatti, che «il manifesto» o «l’Avvenire» sono trust terribili e potenti. Perché mai il cortese sottosegretario insiste su una questione discussa e levigata in anni di dibattito e conflitto, durante i quali il vecchio finanziamento pubblico...

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