Italia
Il respingimento targato Italia
Mediterraneo Nel caso dei migranti riportati a Tripoli il primo luglio 2018 tutti gli elementi in gioco erano italiani, nonostante l’esecutore finale sia stato la «guardia costiera» libica
Migranti riportati in Libia – Ap
Mediterraneo Nel caso dei migranti riportati a Tripoli il primo luglio 2018 tutti gli elementi in gioco erano italiani, nonostante l’esecutore finale sia stato la «guardia costiera» libica
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 28 maggio 2021
Mediterraneo centrale, 1 luglio 2018. I minorenni Ato e Cris, la dolce ma battagliera ventenne Kissa, Dahia con la sua pancia di otto mesi e quasi un centinaio di loro compagni eritrei e sudanesi viaggiano verso nord, su un gommone, nel tentativo di fuggire dalla Libia. La mattinata è trascorsa con un solo momento di tensione: un aereo di EunavforMed, nel suo quotidiano volo di ricognizione per individuare imbarcazioni sulla rotta Malta-Khoms, passa poco lontano, ma pare non averli visti, perché vola subito oltre. Poco dopo l’aereo europeo individua un altro gommone più vicino alla Libia e, tramite il Centro...