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Il solido patto tra populisti e vecchia proprietà
Unione europea Le elezioni di maggio, se le formazioni nazionaliste dovessero prevalere nella misura in cui sperano, farebbero del Parlamento una rumorosa tribuna ideologica, costretta però in concreto all’alleanza tra “populismi” e liberalismo conservatore
Il murale di Banksy a Dover
Unione europea Le elezioni di maggio, se le formazioni nazionaliste dovessero prevalere nella misura in cui sperano, farebbero del Parlamento una rumorosa tribuna ideologica, costretta però in concreto all’alleanza tra “populismi” e liberalismo conservatore
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 30 dicembre 2018
Il 2018, non vi è dubbio, ha visto spostarsi decisamente a destra gli equilibri politici europei, dal nord al sud, dall’est all’ovest. Nello stesso tempo questo spostamento non sembra per nulla in grado di modificare le politiche dell’Unione, le sue regole e le modalità di azione delle élites che le sorvegliano e le governano. Per quanto l’insofferenza nei confronti della burocrazia europea sia da tempo radicata e le demagogie nazionaliste le imputino anche colpe e responsabilità di origine schiettamente nazionale, i cittadini dell’Unione sono sempre meno inclini a prendere in considerazione la via dell’exit. Se è vero che un immaginario...