Internazionale
In Brasile è tempo di «organizzare la speranza»
Intervista Il dirigente del Movimento senza terra Ernesto Puhl: «Bivio drammatico tra civiltà e barbarie. Ma Haddad può ancora farcela»
Rio de Janeiro, sostenitori di Fernando Haddad con la «L» di Lula e lo smartphone con la scritta «Noi siamo la dimensione dei nostri sogni» – Leo Correa/Ap
Intervista Il dirigente del Movimento senza terra Ernesto Puhl: «Bivio drammatico tra civiltà e barbarie. Ma Haddad può ancora farcela»
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 10 ottobre 2018
Haddad non è più solo Lula. Haddad è il Brasile democratico, e non solo. Haddad non è la sinistra – che è un’altra cosa -, ma è un argine all’offensiva del capitale, che non ha frontiere, contro la classe lavoratrice, che invece l’estrema destra vorrebbe rinchiudere entro confini sempre più angusti. Haddad è, insomma, una risposta democratica a ogni spinta neofascista, anche in Italia, dove Salvini ha reagito al risultato del primo turno delle elezioni brasiliane come c’era da attendersi: «Il vento sta cambiando ovunque. Non capisco alcuni giornalisti italiani che danno del “razzista-nazista-xenofobo” a chiunque solo perché chiede più...