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Clamoroso al Maracanã, ha vinto la «parità»

Clamoroso al Maracanã, ha vinto la «parità»Simone Biles – LaPresse

Rio 2016 Slanci emotivi, rovesciamenti di genere e ipocrisie geopolitiche dei XXXI Giochi olimpici. Tra rifugiati, atleti sotto occupazione e stati nuovi di zecca ma già in guerra, mancavano solo le combattenti kurde del Rojava

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 21 agosto 2016
Marco BoccittoBRASILE/RIO
La banalità del «triplice» triplo oro di Usain Bolt o la squalifica che il velocista giamaicano meriterebbe però come cantante, per come ha maltrattato One Love di Bob Marley durante un’intervista. David Kotoatau e la sua danza ambientalista per salvare Kiribati a ogni peso sollevato, la rabbia ovattata del badminton, il taekwondo che ragala alla Costa d’Avorio il suo primo oro olimpico. Oppure il corpo contundente della ginnasta Simone Biles, i cinesi tornati sulla Terra anche se nei tuffi continuano a fare i marziani, il piagnisteo di Neymar dopo i rigori o il gesto del “7” con cui il tedesco Bauer ha...

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