Internazionale
A Calcutta una classe media che non spende
India Le riforme di apertura economica portate dall'attuale primo ministro Manmohan Singh nel lontano 1991 dovevano rivoluzionare lo scheletro della più grande democrazia del mondo, ma qualcosa è andato storto e la classe media indiana non traina la crescita.
Kotwal, presidente della Larsen & Turbo Heavy Engineering nella sua fabbrica a Mumbai – Reuters
India Le riforme di apertura economica portate dall'attuale primo ministro Manmohan Singh nel lontano 1991 dovevano rivoluzionare lo scheletro della più grande democrazia del mondo, ma qualcosa è andato storto e la classe media indiana non traina la crescita.
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 24 giugno 2013
Matteo MiavaldiCalcutta
Lo sportellista della banca, la segretaria dell’università, il funzionario dell’anagrafe, il coordinatore dei tecnici della compagnia telefonica locale. Se si dovesse dare una forma in carne ed ossa alla middle class indiana sarebbe sicuramente quella di un babu, nomignolo affibbiato in India al burocrate, allo statale, all’ostacolo umano – panciuto, baffuto, fronte imperlata di sudore – che si frappone tra la richiesta di soddisfare un bisogno e l’ipotetica soddisfazione dello stesso. Il posto da babu, svuotato dalla colpa di connivenza con l’invasore britannico, per generazioni di indiani è stato il simbolo della realizzazione personale e familiare, l’obiettivo da raggiungere con...