Internazionale
India, violenza di stato contro l’informazione libera
Intervista Francesca Recchia di The Polis Project racconta la persecuzione dei giornalisti nel paese. «Gli stati governati dal Bjp sono i più pericolosi per i reporter, e il potere giudiziario è complice. Solo chi riporta la versione ufficiale continua a lavorare tranquillamente»
Le giornaliste Samriddhi K. Sakunia (a destra) e Swarna Jha, incarcerate per due giorni e incriminate per aver raccontato la violenza contro i musulmani nel Tripura – Ap
Intervista Francesca Recchia di The Polis Project racconta la persecuzione dei giornalisti nel paese. «Gli stati governati dal Bjp sono i più pericolosi per i reporter, e il potere giudiziario è complice. Solo chi riporta la versione ufficiale continua a lavorare tranquillamente»
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 18 novembre 2021
Tra il maggio 2019 e l’agosto 2021 in India sono stati documentati 256 episodi di violenza contro giornalisti e giornaliste al lavoro sul campo. Si va da intimidazioni a pestaggi, fino all’incarcerazione preventiva con l’accusa di «incitare l’odio intercomunitario». Questi i numeri emersi dal report compilato da Watch The State, gruppo di ricerca promosso dall’organizzazione giornalistica The Polis Project. «Nel 2019 ci avevano contattato degli studenti che stavano protestando contro il CAA (Citizen Amendment Act, la legge sulla cittadinanza indiana accusata di discriminare i fedeli musulmani, ndr). Ci dicevano «noi abbiamo tutto questo materiale che è pericoloso conservare e che...