Italia
Ingv: «Stessa faglia dell’84, scossa legata all’eruzione»
Intervista Parla Eugenio Privitera, direttore dell'Istituto di geofisica e vulcanologia di Catania. «Il paziente è in prognosi riservata: abbiamo infittito le stazioni di rilevamento a Piano Provenzana». I possibili scenari? «Che tutto finisca in poche ore o che si aprano nuove bocche eruttive a quota più bassa. Terremoti di intensità maggiore sono poco probabili»
L'Etna
Intervista Parla Eugenio Privitera, direttore dell'Istituto di geofisica e vulcanologia di Catania. «Il paziente è in prognosi riservata: abbiamo infittito le stazioni di rilevamento a Piano Provenzana». I possibili scenari? «Che tutto finisca in poche ore o che si aprano nuove bocche eruttive a quota più bassa. Terremoti di intensità maggiore sono poco probabili»
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 27 dicembre 2018
Eugenio Privitera, direttore dell’ Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, ha partecipato ieri ai tavoli operativi con la protezione civile e al vertice in prefettura per fare il punto della situazione dopo il terremoto di magnitudo 4,8 con epicentro tra Viagrande e Trecastagni, in provincia di Catania. «Attualmente sull’Etna ci sono circa 160 sensori che trasmettono in tempo reale i segnali alla sala operativa dell’Ingv di Catania – riferisce il vulcanologo e sismologo – In queste ore, per potenziare il sistema di rilevamento sismico e geodetico, stiamo sostanzialmente decuplicando le stazioni (con altre 15) nella zona di Piano...