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Iran: rivolte imperscrutabili e assenza di ideologia

Iran: rivolte imperscrutabili e assenza di ideologia

Dall'onda verde a oggi La matrice delle rivolte che hanno marcato il passaggio dal 2017 al 2018 sembra, per il momento, ben differente dal 2009: la polifonia delle voci di piazza, l’assenza di una forza genuinamente contro-egemonica in grado di immaginare, prima ancora che perseguire, il cambiamento, ricorda piuttosto i momenti spontanei del 2011 nel mondo arabo, almeno per quel che possiamo constatare da un osservatorio lontano e nel tempo limitato di questo abbrivio di rivolta. La debolezza di quell’afflato rivoluzionario, come ha scritto lo studioso marxista Asef Bayat, è da ricercare non soltanto nella forza della repressione ma piuttosto nell’assenza di una vera “idea”

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 3 gennaio 2018
Entrate nel loro quinto giorno, le proteste iraniane restano un fenomeno imperscrutabile, quantomeno per la varietà di slogan e domande che le piazze in subbuglio hanno confezionato, mescolando la frustrazione di una classe lavoratrice tradita alla nostalgia confusa e grottesca per lo Shah, rovesciato nel 1979 dalla rivoluzione che portò a instaurare la repubblica islamica. Con 20 manifestanti uccisi molto probabilmente dalla polizia, nonostante i toni conciliativi di Rohani, il regime ha di fatto già mostrato quanto lo slancio verso un cambiamento reclamato dalla storia (e più volte interpretato e assecondato dalla stessa élite del regime) sia ancor più spesso...

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