Iran: rivolte imperscrutabili e assenza di ideologia
Dall'onda verde a oggi La matrice delle rivolte che hanno marcato il passaggio dal 2017 al 2018 sembra, per il momento, ben differente dal 2009: la polifonia delle voci di piazza, l’assenza di una forza genuinamente contro-egemonica in grado di immaginare, prima ancora che perseguire, il cambiamento, ricorda piuttosto i momenti spontanei del 2011 nel mondo arabo, almeno per quel che possiamo constatare da un osservatorio lontano e nel tempo limitato di questo abbrivio di rivolta. La debolezza di quell’afflato rivoluzionario, come ha scritto lo studioso marxista Asef Bayat, è da ricercare non soltanto nella forza della repressione ma piuttosto nell’assenza di una vera “idea”
Dall'onda verde a oggi La matrice delle rivolte che hanno marcato il passaggio dal 2017 al 2018 sembra, per il momento, ben differente dal 2009: la polifonia delle voci di piazza, l’assenza di una forza genuinamente contro-egemonica in grado di immaginare, prima ancora che perseguire, il cambiamento, ricorda piuttosto i momenti spontanei del 2011 nel mondo arabo, almeno per quel che possiamo constatare da un osservatorio lontano e nel tempo limitato di questo abbrivio di rivolta. La debolezza di quell’afflato rivoluzionario, come ha scritto lo studioso marxista Asef Bayat, è da ricercare non soltanto nella forza della repressione ma piuttosto nell’assenza di una vera “idea”