Cultura

Edward Burtynsky, impronte irreversibili

Edward Burtynsky, impronte irreversibiliDall'allestimento della mostra all'M9 di Mestre, «Burtynsky. Extraction /Abstraction» – Foto Giorgia Rorato

Interviste Il fotografo canadese, protagonista dell'antologica presso l'M9 Museo del '900 di Mestre con «Extraction /Abstraction» (visitabile fino al 12 gennaio 2025), racconta quarant'anni di sua produzione. «I miei paesaggi non documentano solo la perdita di bellezza 'selvatica'. Sono degli attivatori, facilitano una comprensione della complessa relazione tra la nostra specie e la Terra. Sebbene io viva una tristezza intrinseca nell’assistere al degrado ambientale, il mio obiettivo non è quello di idealizzare un passato che non potrà mai più essere recuperato. Al contrario, provo a evidenziare l’improrogabile necessità di un futuro sostenibile»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 4 agosto 2024
«Le mie immagini spesso rispecchiano scene di degrado, ma sono sempre presentate in modo visivamente sorprendente. Ritengo che l’approccio estetico sia fondamentale nel coinvolgimento dell’osservatore, creando uno spazio di coesistenza tra opposti». Secondo il fotografo canadese Edward Burtynsky, protagonista della mostra all’M9, Museo del ’900 di Mestre (fino al 12 gennaio 2025, a cura di Marc Mayer), questa «ambiguità» percettiva è il vero grimaldello concettuale per scalfire la pigrizia dello sguardo, liberandolo dai suoi stereotipi. Extraction / Abstraction, antologica che riassume oltre quarant’anni di carriera di Burtynsky, arriva per la prima volta in Italia (dopo la Saatchi Gallery di Londra)...

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