Israel Joshua Singer, l’illusione socialista  prolungata per nutrire l’emigrazione ebraica
Israel Lizak, «Tram notturno», 1929
Alias Domenica

Israel Joshua Singer, l’illusione socialista prolungata per nutrire l’emigrazione ebraica

Dopo la rivoluzione Reporter polacco di un giornale yiddish americano di area socialista, Israel Joshua Singer viaggia nel paese dei Soviet fra il 1926 e il 1927: Adelphi traduce dall’inglese «La nuova Russia»
Pubblicato 8 mesi faEdizione del 17 marzo 2024
C’è un convitato di pietra costantemente dissimulato tra le pagine che Israel Joshua Singer dedica al suo lungo viaggio attraverso il paese dei Soviet a cavallo tra il 1926 e il 1927: neppure una volta compare il nome di Stalin, dominatore ormai indiscusso della scena politica. Certo, il libro intero è un tentativo – forzoso ma riuscito – di separare (in Urss!) la sfera sociale da quella politica, lasciata sempre il più possibile sullo sfondo; eppure l’esorcismo è palese: nel momento in cui, per interposta persona, si fa esprimere il rammarico per l’esautorazione dei leader ebrei – Kamenev e Zinov’ev...

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