Internazionale

Israele, una società frammentata che non conosce più l’altro

Tel Aviv, un migrante africano vicino a un’agenzia immobiliare chiusa foto Ap/Oded BaliltyTel Aviv, un migrante africano vicino a un’agenzia immobiliare chiusa – Ap/Oded Balilty

Medio Oriente Etnia, classe e religione: gli ultraortodossi separati dai laici, gli ashkenazi dai mizrahim, i ricchi dai poveri in un enorme gap sociale. Nel paese delle start-up il 27% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. E l’occupazione era scomparsa dall’orizzonte: «Pensavamo di poterla ignorare»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 9 novembre 2023
Chiara CruciatiDI RITORNO DA TEL AVIV
«Sai chi ha costruito Tel Aviv? I lavoratori gazawi». Gadi Algazi siede al tavolino di un bar, dietro di lui i cantieri dei nuovi grattacieli sono fermi. Tel Aviv non ha mai smesso di crescere, una città che ha appena cent’anni di vita: lo dice la sua architettura, un misto di palazzi da capogiro, strade a quattro corsie e decadente edilizia residenziale. La bellezza accecante di Gerusalemme a Tel Aviv non la trovi, devi spostarti una manciata di chilometri più a nord, a Giaffa, la città-porto che era cuore pulsante dell’economia palestinese prima della Nakba del 1948. TEL AVIV, per...

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