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Italia – All Blacks, il diritto di provarci

Italia – All Blacks, il diritto di provarciGli All Blacks prima della sfida contro il Giappone a Tokyo lo scorso 8 luglio – foto Ansa

Rugby Gli azzurri domani sera a Lione sfidano la Nuova Zelanda nel terzo match di qualificazione per il campionato del mondo.

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 settembre 2023

La nazionale italiana di rugby affronta gli All Blacks domani sera a Lione in quella che è la terza delle quattro partite che la vedono impegnata nel girone di qualificazione della coppa del mondo. Qualcuno, mosso da ottimismo per l’attuale posizione in classifica degli azzurri, si è spinto a definire questo match tra impari forze una sfida “dentro o fuori”. In via del tutto teorica lo è: l’Italia ha vinto entrambi i match finora disputati (Namibia e Uruguay) ed è seconda a punteggio pieno avendo raccolto anche i punti di bonus in palio, mentre la Nuova Zelanda è stata sconfitta dalla Francia nel match inaugurale del torneo ed è terza. L’ottimismo premia i coraggiosi e gli azzurri certamente lo sono: è dunque giusto concedergli il diritto, oltre al dovere, di provarci. E’ bene tuttavia rammentare alcune cose. La prima è che mai l’Italia è riuscita a battere gli All Blacks: sedici precedenti e altrettante sconfitte. Miglior risultato: 12-18 a Rovigo, anno 1979, prima volta, con i “tuttineri” alquanto rilassati. Peggior sconfitta: Huddersfield, 1999, coppa del mondo, e finì 101 a 3 per loro, quattordici mete a zero. Ultima volta: Roma, 2021, 9-47. La seconda cosa da tenere a mente è che gli All Blacks non stanno attraversando il miglior periodo della loro storia; per la prima volta hanno perso un match nei gironi di qualificazione e nel ranking mondiale occupano “soltanto” la quarta posizione, tutte cose che laggiù, down under, hanno suscitato critiche e malumori. Proprio per questo la squadra più famosa del mondo non può permettersi altri passi falsi. Deve vincere, anzi stravincere. Bel gioco e mete a go-go, questo è loro richiesto. Perciò schiereranno la miglior formazione possibile e contro la miglior formazione degli All Blacks, agguerrita e decisa a mettere a tacere ogni critica, gli azzurri possono giocare una buona partita, reggere il confronto ma poco altro.

TRA ITALIA E NUOVA ZELANDA c’è un precedente in terra francese. Anno 2007. Prima partita del girone. All Blacks favoriti per la vittoria finale. Si giocava nel Velodrome di Marsiglia, vecchiotto e non ancora ristrutturato, in un pomeriggio estivo di settembre. Gli azzurri ebbero l’idea di sfidare la haka neozelandese nel modo peggiore e più insultante. Perciò quando la danza tribale partì il capitano Marco Bortolami e tutta la squadra si allontanarono, volsero le spalle agli All Blacks e formarono un cerchio in fondo al campo. Qualcosa era trapelato alla vigilia del match: “Abbiamo un’idea…”. L’idea era pessima. Rammento ancora oggi le occhiate perplesse di parte italiana in tribuna stampa e le occhiate di commiserazione dei colleghi stranieri. I tuttineri, loro di quello sgarbo presero nota e replicarono con un certo puntiglio: Richie McCaw, il loro capitano, spiegò come stavano le cose andando in meta dopo 2’ e poi dopo altri 5’. Alla fine le mete furono undici e la vicenda si chiuse lì.

DETTO DEI PRECEDENTI,  rimane la partita di domani. Come ci arrivano gli azzurri? Con luci e ombre, come è spesso accaduto alla coppa del mondo. Le luci sono gli sprazzi di bel gioco che ormai da tempo caratterizzano la squadra allenata da Kieran Crowley, le sette mete rifilate alla Namibia e le altre cinque segnate all’Uruguay, le due squadre più deboli del girone (ieri i Teros hanno battuto i namibiani 36 a 26) contro le quali bisognava assolutamente fare il risultato. Le ombre sono i due primi tempi giocati male, subendo gli avversari e regalando loro 40 minuti di confusione. Una cosa che non è minimamente replicabile contro gli All Blacks e nemmeno contro la Francia, prossima avversaria, pena la disfatta. E dunque bisogna cancellare le ombre, partire bene, mantenere la lucidità necessaria: nessuno avrà nulla da ridire in caso di una sconfitta seppur netta se unita a una buona prova della squadra. Kieran Crowley ha annunciato la formazione e ci sono tre cambi: Dino Lamb rileva Niccolò Cannone in seconda linea, Stephen Varney riprende il posto di mediano di mischia, Luca Morisi sarà il primo centro. Rispetto al match con la Namibia c’è lo spostamento di Allan nel ruolo di estremo e Ange Capuozzo va all’ala, con Paolo Garbisi nuovamente mediano di apertura. In panchina 6 avanti e due tre quarti (Page-Relo e Odogwu) in previsione di un match molto impegnativo per il pack azzurro.

Italia: Allan; Capuozzo, Brex, Morisi, Ioane; P. Garbisi, Varney; L. Cannone, Lamaro, Negri; Ruzza, Lamb; Riccioni, Nicotera, Fischetti.

Nuova Zelanda: B. Barrett; Jordan, Ioane, J. Barrett, Tele’a; Mo’unga, Smith; Savea, Papali’i, Frizell; S. Barrett, Retallick; Laulala, Taylor, Tuungafasi.

Tv: 21:00, Sky Sport 1, Sky Sport Arena, Raidue HD.

I match in programma nel weekend.

Sabato: Argentina-Cile (15:00), Fiji-Georgia (17.45), Scozia-Romania (21:00).

Domenica: Australia-Portogallo (17:45), Sudafrica-Tonga (21:00)

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