Alias Domenica
La bicicletta di Jarry
Prolungamento del nostro sistema osseo La vide a Laval, nella bottega di Trochon: era una meravigliosa Clément de luxe, ma costava più di 500 franchi. Firmò le cambiali e la ritirò a Parigi. Niente parafanghi, né freni né copricatena; disponeva di una ruota a scatto fisso
Alfred Jarry sulla bicicletta Clément a Corbeil, foto scattata prima del 1900
Prolungamento del nostro sistema osseo La vide a Laval, nella bottega di Trochon: era una meravigliosa Clément de luxe, ma costava più di 500 franchi. Firmò le cambiali e la ritirò a Parigi. Niente parafanghi, né freni né copricatena; disponeva di una ruota a scatto fisso
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 25 agosto 2019
«Alfred Jarry mi apparve come la personificazione di un fiume, un giovane fiume senza barba, in abiti bagnati da annegato. Baffetti cadenti, redingote dalle falde ciondolanti, una camicina leggera e scarpe da ciclista: tutto aveva qualcosa di tenero, di spugnoso». Così Apollinaire che descrisse in modo impareggiabile le paradossali vicende di quello che Gide aveva definito un «coboldo dalla faccia imbiancata, conciato come un pagliaccio da circo, che recitava la parte di un personaggio fantastico, costruito, decisamente artificioso». Il riferimento è alla figura di Père Ubu, verso cui Jarry instaurerà una sorta di identificazione, arrivando ad atteggiarsi come quella creatura...