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La Danimarca guida il fronte contro Infantino

La Danimarca guida il fronte contro Infantino

Mondiali Il presidente della federcalcio, Jesper Moller, minaccia di abbandonare la Fifa dopo il divieto agli atleti di manifestare - attraverso l’adesione alla campagna One Love - nel mondiale dei diritti negati

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 24 novembre 2022

La Danimarca che minaccia di abbandonare la Fifa, oltre ad azioni legali contro il massimo organismo calcistico che ha represso la libertà degli atleti di manifestare – attraverso l’adesione alla campagna One Love – nel mondiale dei diritti negati. «Non sono solo deluso ma anche arrabbiato», ha detto il presidente della federcalcio danese Jesper Moller annunciando che non appoggerà più Gianni Infantino nella corsa a un nuovo mandato al vertice della Fifa.

Forse davvero il tappo è saltato. Quella mano portata alla bocca dalla nazionale tedesca nella foto di gruppo prima della gara con il Giappone è stato l’innesco di una serie di reazioni tra le varie federazioni che sta producendo un fronte, più o meno compatto al momento, contro la Fifa e contro gli organizzatori della Coppa del Mondo in Qatar. Dopo l’atteggiamento timido di alcune federazioni, come l’inglese Football Association, di fronte alla minaccia di punizioni della Fifa (ammonizione dei capitani con la fascia arcobaleno al braccio), finalmente le cose stanno cambiando.

Prima della nota ufficiale della federcalcio danese nella serata di ieri, in cui è ventilata l’ipotesi di uscire dalla Fifa, era stato sempre Jesper Moller a confermare le discussioni in corso tra le federazioni europee per provocare un nuovo scossone alla Fifa. Tra le ipotesi sul tavolo addirittura ci sarebbe il boicottaggio delle prossime partite del torneo, ovvero quanto suggerito caldamente da buona parte delle tifoserie del calcio tedesco, prima dell’inizio della Coppa del Mondo. L’ipotesi appare complicata, si arriverebbe a un punto di non ritorno. Per la Fifa ci sarebbe da tremare e forse rivedere anche le stime sugli introiti complessivi dai Mondiali, circa 7,5 miliardi di dollari.

Oltre alla Danimarca, che si era vista negare dalla Fifa la possibilità di indossare una maglia con un messaggio di vicinanza a migranti deceduti sui cantieri e alla comunità gay, ha iniziato a muoversi anche la federcalcio olandese, che ha riferito di valutazioni legali da parte delle sette nazionali vittime della censura della Fifa. Per ora, però nessun ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport.

Al gruppo anti-Fifa si è iscritto anche il Codacons, che dopo la protesta tedesca prima della partita con il Giappone, ha deciso di rivolgersi alla Corte di Strasburgo affinché venga aperto un procedimento contro la Fifa e gli stati che hanno avallato comportamenti lesivi alla dignità umana. Insomma, per la Fifa i Mondiali ora sono in salita. Anche se ci sono calciatori attivi sul tema dei diritti umani, come l’australiano Jackson Irvine, secondo cui la campagna One Love è poco incisiva.

Sullo sfondo, c’è una partita “politica”. La federcalcio danese non sosterrà Infantino per il terzo mandato alla Fifa, lo stesso farà la federazione tedesca. Un duro colpo, specie se dovesse aggiungersi qualche altra adesione “pesante” (tipo da Inghilterra o Spagna) all’asse anti-Infantino. Per il potente numero uno della Fifa la strada si fa in salita. Per lui la riuscita della Coppa del Mondo in Qatar è un asset per crescere, affilare i contatti giusti, portare la Fifa (che conta 211 paesi affiliati) a “pesare” più del Comitato olimpico internazionale, che conta sull’appoggio di 115 paesi.

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