Visioni
La dolce vendetta di Paul Schrader si intitola «Dark»
Cinema Il regista si riappropria di «Dying of the light», il film che tre anni fa i produttori distribuirono senza lasciargli completare il montaggio
Cinema Il regista si riappropria di «Dying of the light», il film che tre anni fa i produttori distribuirono senza lasciargli completare il montaggio
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 3 gennaio 2018
Giulia D'Agnolo VallanNEW YORK
Tra le molte cose affascinanti delle ultime fasi della carriera di Paul Schrader è il trasporto con cui – per affinità e per necessità, come si faceva nell’exploitation anni sessanta/settanta- il regista di American Gigolò e sceneggiatore di Taxi Driver ha lasciato che i cambiamenti tecnologici e generazionali in corso contaminassero il suo cinema. Da The Canyons, finanziato via Kickstarter e distribuito online, al prete ambientalista con giubbotto suicida del suo magnifico ultimo lavoro, First Reformed, alla troupe di first timers con cui ha girato Dog Eat Dog, Schrader sembra determinato a dialogare più che mai nel presente, usandone tutti...