Italia
La garante dei detenuti di Torino, Monica Gallo: «Il carcere non è un posto per giovani come Antonio»
Intervista «Quando arrivano in prigione è troppo tardi. Lì sono sempre considerati "tossici", nessuno gli crede. E sono sempre di più: un numero cresciuto a dismisura con la pandemia»
Torino, la casa circondariale Le Vallette – Ap
Intervista «Quando arrivano in prigione è troppo tardi. Lì sono sempre considerati "tossici", nessuno gli crede. E sono sempre di più: un numero cresciuto a dismisura con la pandemia»
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 30 dicembre 2021
«Il carcere non è assolutamente il luogo adatto per curare questi ragazzi. L’anno prossimo prenderò la lista di questi giovani, nati alla fine degli anni ’90 o all’inizio del nuovo millennio, con disturbi comportamentali importanti, spesso con doppia diagnosi, di cui non si occupa nessuno, e lavorerò per loro. Quando arrivano in carcere è troppo tardi, bisogna prevedere percorsi psichiatrici e trattamentali all’esterno. Giovani che nei periodi critici – di solito estate e dicembre – compiono reati. E sono sempre di più: un numero cresciuto a dismisura con la pandemia». È quasi un appello, quello di Monica Cristina Gallo, garante...