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La giovane Italia sfida gli Springboks

La giovane Italia sfida gli SpringboksAnge Capuozzo nel match vinto contro l'Australia – foto Ansa

Rugby L'ultima - e unica - vittoria - contro il Sudafrica risale al 2016 a Firenze, quando gli azzurri si affermarono con il punteggio di 20-18

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 19 novembre 2022

Gli Springboks non sono per niente contenti. Il loro tour autunnale nella vecchia Europa li ha visti finora soccombere in entrambi i match disputati. Sconfitte di misura (scarto di 3 punti con l’Irlanda, di 4 con la Francia) ma pur sempre sconfitte. Per il Sudafrica le “sconfitte onorevoli” non sono contemplate: se perdi, perdi, e non va bene. Sabato prossimo c’è una quarta sfida di alto livello, contro l’Inghilterra al Twickenham, replica della finale mondiale del 2019; in mezzo c’è il match di domani a Genova contro l’Italia.

Perdere con gli inglesi sarebbe cosa non buona, perdere con l’Italia sarebbe semplicemente inaccettabile. Gli azzurri hanno vinto entrambi i test fin qui disputati. Prima Samoa, successo con ampio margine (49-17), poi l’impresa con l’Australia a Firenze (28-27), prima vittoria di sempre contro i Wallabies.

Dunque gli azzurri hanno tutte le ragioni per essere contenti: hanno giocato due belle partite e mostrato un gioco alla mano e alcune finezze tecniche che da molto tempo non facevano parte del loro repertorio. L’uomo del giorno è Ange Capuozzo, estremo alto un metro e settantasette per 71 chili (forse qualcosa di più, ora che l’asticella degli impegni e delle difficoltà si è alzata), fisico normale ma velocità di gambe stratosferica, visione degli spazi, cambi di direzione micidiali. Capuozzo era stato risolutivo nella vittoria di marzo a Cardiff contro il Galles, si è ripetuto contro gli australiani: due mete, una più bella dell’altra.

Gli azzurri hanno tutte le ragioni per essere contenti: hanno giocato due belle partite e mostrato un gioco alla mano e alcune finezze tecniche che da molto tempo non facevano parte del loro repertorio

E’ cresciuto a Grenoble, ora è in forza allo Stade Toulousain, club tra i più titolati del campionato francese, dove nel ruolo di estremo ha trovato la concorrenza di ben due nazionali: Jaminet e Ramos, niente di meno.

Non sono stati però soltanto gli exploit di Capuozzo a portare l’Italia a scalare posizioni per collocarsi all’11° posto del ranking mondiale. Tutta la squadra ha giocato bene in ogni fase e in ogni situazione, aprendosi qualche prospettiva sul prossimo Sei Nazioni che inizierà a febbraio.

Può vincere domani contro gli Springboks? Accadde già nel 2016 a Firenze, quando gli azzurri si affermarono con il punteggio di 20-18, ma da quando la nazionale è stata ammessa al Sei Nazioni non è mai successo che vincesse tutti e tre i test autunnali.

IL SUDAFRICA è una squadra spaventosamente forte sul piano fisico. Gioca un rugby duro, su ritmi che possono stroncare, è un rullo compressore, e questo della durezza è sempre stato il suo marchio di fabbrica. Forse per questo Kieran Crowley ha deciso di mettere mano alla prima linea, inserendo Pietro Ceccarelli e Giacomo Nicotera al posto di Gianmarco Lucchesi e Simone Ferrari, che vanno in panchina ed entreranno non appena le energie accenneranno a esaurirsi.

Sono i soli due cambi rispetto al XV di una settimana fa, con Tommaso Allan confermato nel ruolo di apertura (Garbisi è out) e speriamo che dalla piazzola sia più preciso di quanto sia stato contro i Wallabies. Il programma di questo terzo weekend delle Autumn Series presenta una prelibatezza: Inghilterra-Nuova Zelanda alle 18:30 (Sky Sport Arena). Gli altri match sono Galles-Georgia, Scozia-Argentina, Irlanda-Australia. Domani tocca a Francia e Giappone.

Italia: Capuozzo; Bruno, Brex, Morisi, Ioane; Allan, Varney; L. Cannone, Lamaro, Negri; Ruzza, N. Cannone; Ceccarelli, Nicotera, Fischetti.

Sudafrica: Le Roux; Kolbe, De Allende, Esterhuizen, Arendse; Willemse, De Klerk; Wiese, Mostert, Kolisi; Orie, Moerat; Malherbe, Mbonambi, Nche.

Tv: Sky Sport Arena, 14:00.

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