Un processo di democratizzazione dell’ONU nel mondo globale e tendenzialmente multipolare di oggi, sarebbe altamente necessario e auspicabile. Non essendoci più una sola potenza egemone in grado di regolare e risolvere pacificamente le tensioni internazionali, i rischi per l’umanità e per la vita stessa sul pianeta terra sono grandi.
Una organizzazione delle nazioni democratica, autorevole, efficace e rispettata, rappresenterebbe la risposta giusta e necessaria al deficit di governance planetaria che si sta manifestando. Ma sarebbe indispensabile una cessione di sovranità da parte degli stati membri, a partire da quelli più potenti, i 5 che detengono il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza. In nome non soltanto del principio di democrazia sostanziale, ma soprattutto della salvezza del genere umano e del pianeta.
Mi domando se nello statuto dell’ONU non sia prevista una modalità di autoriforma, alla stregua dell’articolo 138 della nostra Costituzione, che passi da un voto dell’assemblea generale con maggioranza dei due terzi dei votanti.
In tal modo potrebbe essere aumentato il numero dei componenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e stabilito che anche per le sue risoluzioni sono sufficienti maggioranze dei due terzi, così da impedire che il voto contrario di un solo membro le blocchi.