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La guerra richiede uno sviluppo diverso e un’economia della pace
Consumi energetici e conflitti militari Con la guerra, e dopo la pandemia, torna all’ordine del giorno la questione della “sobrietà”, del cambio dei modelli individuali e collettivi di consumo e produzione
Consumi energetici e conflitti militari Con la guerra, e dopo la pandemia, torna all’ordine del giorno la questione della “sobrietà”, del cambio dei modelli individuali e collettivi di consumo e produzione
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 aprile 2022
Può il richiamo all’economia di guerra che aleggia intorno a noi, diventare occasione invece per una nuova economia della pace? Non è una domanda provocatoria a fronte di una corsa al riarmo sbagliata e che, se perseguita su basi nazionali, indebolirebbe ulteriormente l’Europa politica. E’ la questione di fondo se vogliamo costruire un nuovo sistema di “sicurezza collettiva” in cui la Ue possa agire senza l’ipocrisia di una consistente dipendenza energetica da fonti fossili oggi (la Russia) e da tecnologie e conoscenze domani (Usa, Cina). In cui la Ue – edificando le “basi materiali” di un diverso modello di sviluppo...