Commenti
La legge della Valsusa
Torino Mille e cinquecento indagati in sei anni e mezzo, al ritmo di uno ogni due giorni. Le misure cautelari trasformate da alternativa in anticamera al carcere. Un’incredibile sequenza di diritti e garanzie violate, di prescrizioni vessatorie e imputazioni fantasiose. Ma gli «indiani» No Tav resistono
Gennaio 2015, processo ai No Tav nell'aula bunker della corte d'assise di Torino – lapresse
Torino Mille e cinquecento indagati in sei anni e mezzo, al ritmo di uno ogni due giorni. Le misure cautelari trasformate da alternativa in anticamera al carcere. Un’incredibile sequenza di diritti e garanzie violate, di prescrizioni vessatorie e imputazioni fantasiose. Ma gli «indiani» No Tav resistono
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 26 agosto 2016
Il trionfalismo dell’establishment non riesce a nascondere la realtà: la nuova linea ferroviaria Torino-Lione, come hanno spiegato domenica scorsa su queste pagine Pagliassotti e Vittone, è ancora di là da venire. Intanto, dopo ventisette anni, i No Tav, gli «indiani di Valle» non demordono e anzi rilanciano, contrapponendo all’alta velocità l’alta felicità (per riprendere il titolo della grande festa di Venaus del luglio scorso che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone e di artisti di prim’ordine). A sostegno dell’opera resta una repressione crescente e sempre più scoperta. Non bastavano l’evocazione di una valle di black bloc,...